Petralia Soprana
Un borgo con una storia millenaria tra fortezze, chiese, vicoli e i cortili. Petralia Soprana fu una città forticata dai Sicani, che venne poi abitata dai Siculi, i quali giunsero in Sicilia alla fine del II millennio e la denominarono Petra. Altri storici ritengono invece che Petra sia sorta all’epoca della colonizzazione greca nell’ VIII sec. a.C.. sotto la civiltà greca.
Le prime notizie certe risalgono all’epoca della prima Guerra Punica, nel 254 a.C. i “Petrini” si schierarono a favore dei Romani, scacciando il presidio cartaginese aprirono le porte della cittadina ai consoli romani Aulo Attilio Catilino e Gneo Cornelio.
Per tale ragione Petra fu tenuta in grande considerazione dai Romani e con altre 34 città inserita tra quelle decumane, le quali erano tenute a donare a Roma, ogni anno, una decima parte dei loro proventi agricoli (frumento,orzo,vino,olio) tra queste solo diciassette, tra le quali Petra, potevano custodire il tempio di Venere Ericina e manifestare speciale devozione alla dea.
Quando Caio Cornelio Verre fu propretore di Sicilia dal 73 al 71 a.C Petralia lo ospitò per qualche tempo nel castello sugli avanzi del quale sorge la chiesa di Santa Maria Loreto.
Cicerone in occasione della sua venuta in Sicilia visitò anche Petra alloggiando nel castello di Loreto. Affacciatosi dal belvedere del Loreto si racconta abbia esclamato: “Questo è il granaio d’Italia”.
Nell’827 a Petralia Soprana arrivarono i Saraceni i quali la ribattezzarono Batraliah (Pietra Alta) e la trasformarono in un centro militare importantissimo. Il grandioso castello posto a capo della città, oggi Santa Maria di Loreto, fu nel primo secolo di dominazione araba maggiormente fortificato tanto da diventare un’espugnabile roccaforte. Batraliah ebbe una moschea sita nel posto dove oggi sorge la chiesa del SS. Salvatore. Agli Arabi dopo due secoli e mezzo successero nel dominio della Sicilia i Normanni.
Sbarcato a Messina il Conte Ruggero d’Altavilla proseguì verso Catania per poi dirigersi alla volta di Batraliah, terra abitata da musulmani e cristiani.
Ruggero vi collocò un forte presidio di cavalieri e di mercenari. Il nome della cittadella fortificata venne mutato dal Conte Ruggero in Petra Heliae e la dotò di torri e bastioni, fece costruire un acquedotto che dal Monte Savochella raggiungeva l’abitato, ancora oggi visibile.
Si narra che Ruggero, nei pressi del piano della Battaglia, abbia vinto e sbaragliato con 1000 cavalieri ben 20000 Saraceni, in ringraziamento di tale vittoria Ruggero edificò una chiesa a Petra Heliae nominandola S. Teodoro, (dono di Dio).
Ruggero rafforzò la cinta muraria di Petra Heliae, di tale cinta resiste oggi solo una porta ad arco detta Porta Serij.
Col passaggio della Sicilia agli Svevi iniziò l’epoca feudale con la dominazione baronale, al tempo dell’imperatore Federico II, Petralia venne governata da Gilberto di Monforte e in seguito assegnata dal re Manfredi, il 27 Giugno 1258, ad Enrico Ventimiglia per il valore mostrato nella guerra contro Carlo d’Angiò. Ad Enrico Ventimiglia successero i figli Alduino e Francesco.
Nel 1396 passò alla Contea di Collesano. Successivamente, nel 1600 passò ai Cardona, poi ai Moncada, ai Borgia Alvarez de Toledo e nell’800 ai duchi di Ferrandina Alvarez.
In seguito all’unificazione d’Italia, nel 1861, alcuni beni ecclesiastici furono espropriati e divennero proprietà dello Stato italiano, tra questi il Convento dei Carmelitani scalzi.
Nel Luglio del 1943, Petralia Soprana subì un pesante cannoneggiamento da parte dell’artiglieria anglo-americana poiché intorno al paese vi erano alcune postazioni tedesche che tentavano di fermare l’avanzata degli Alleati. Un cannone tedesco era posto tra gli alberi di Villa Sgaderi, un altro alla Pinta, questi cannoni furono poi individuati dagli Americani grazie ad un aereo “cicogna” e bombardati.
Durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale gli abitanti di Petralia Soprana ritornarono a rifugiarsi nelle caverne naturali e in quelle scavate nella roccia.